cantiere

29 agosto 2014 § 1 Commento

la bambina vecchia sull’orlo del giorno
senza più gonne rosa né una nonna
accondiscendente e stanca: come si
spaventa nella luce del mattino, col
silenzio delle strade e una copula distratta
nella casa vicino, lo spazzino e il suo
fruscio costante, mentre lei sonda
l’ampiezza delle gambe che non le
strappa l’infanzia di dosso.

fenomeni di collisione

28 agosto 2014 § 2 commenti

vorrei soffermarmi sulla grana della pelle
sul suo evolvere le ore del giorno, gli schermi
impacciati delle mani – come fissiamo gli occhi
senza tende a velare. siamo una nube prossima
a scoppiare, incanti incauti del cielo agostano.

26 agosto 2014 § 1 Commento

Gentile cliente, albero di ricordi, ape da miele,
Le dissi già di non badare al sole e alle sue ombre-
i sogni più strani avvengono all’ombra dei padri
e Lei ci resta in mezzo, bloccato nell’ombra,
come uno qualunque. Gentile cliente, Lei non è
uno qualunque. Mentre Lei dorme i bambini
crescono e lasciano i ventri, i vetri, aumentano le
porte in altezza. Gentile, gentilissimo cliente,
non c’è rimborso per il silenzio. Lei non ammette
il suono di quanto Le dico, Lei minaccia di non
ascoltarmi, di continuare a sognare, tutta la notte,
tutto il giorno. Come un’aquila in un film straniero:
non posso toccarLa, cliente mio gentile e lontano.
Gentile cliente, Le porgo le mie scuse, i miei più
cordiali saluti, la curva del mio seno solo visto.
Gentile cliente, gentile perduto amato cliente.

fenomeni di collisione

24 agosto 2014 § Lascia un commento

lui toglie smalto mette foglia gioca
parole scomposte, frena, sfarina
e sbatte le mani sul muro bello
per non rispondere a niente.
lui a volte millanta o nega anche.

lei di nube di pasta choux prende
tempo e stacca le persiane dal
giorno. lei fuma dita e succhia
pazzia, poi spezza, riprende
agosto sfiorandogli la nuca. è nuda.

fenomeni di collisione

22 agosto 2014 § Lascia un commento

l’acqua nera dei tuoi capelli, mani
stanche di pan poss, occhi come
resina disseccata, dove sei stata,
dove, incagliata?

fenomeni di collisione

21 agosto 2014 § Lascia un commento

la stondatura, il miracolo repentino,
la tutela assertiva del cuore: terminavo
l’inedia con un tonfo nel sole, rendevo
amore al ventre.

cantiere

15 agosto 2014 § Lascia un commento

stanotte di nuovo cercavamo parcheggio
in alta montagna, poi diventava d’improvviso
antibes, i vicoli trasognati come un bacio
con la lingua, una malinconia come fondo
di bicchiere, un rimprovero serale, una
menzogna ben orchestrata: così è
sognare. non c’è salvezza da sé stessi,
non un appiglio nelle ore successive al
silenzio- mi manca un abbraccio rincorso,
un gioco di nascondigli e sottintesi, un
gonfiore nel cuore.

cantiere

11 agosto 2014 § Lascia un commento

cosa ne fu della sedia
cosa accadde al suo schienale, cosa
piegò fino a spezzarla una delle gambe,
cosa causò le scheggiature della seduta?

ancora ieri ponevo l’accento su disastri
interstellari, senza curarmi della rovina
attorno e quotidiana, così prossima e
invasiva, così grossa da divenire
paesaggio. la sfortuna è non poter
amare chi amiamo in ogni ora e in ogni
stagione, sfortuna è rompere le sedie
rimpiazzarle e prendercela con il caso,
il tempo, la sorte. noi fummo
la sedia, ed era circuito
corrotto, mai più
funzionante.

lettere

10 agosto 2014 § Lascia un commento

I giardinieri sono stati bravissimi.
Hanno lasciato che il giardino mantenesse
quella sovraffollata incuria che ci riempie
il petto, creando piuttosto lunghi sentieri
a tesserne la superficie insidiosa e
selvaggia. Potrebbe quasi essere descritto
in qualche pagina di un libro di Maugham,
con delle giovinette che vi passeggiano,
i cappelli di paglia, i capelli ramati.
Infine, ecco: una scala qui, uno scivolo
lieve che scendendo in una spirale collega
i nostri due giardini. Così, ora non è più
necessario uscire dalle nostre case, dai
nostri cortili e percorrere i pur pochi metri
di strada. Adesso passiamo semplicemente
da una jungla a un prato, e viceversa,
creando continuità fra luoghi non mai
continui, unendo il separato con piccoli
passi che si percorrono senza nemmeno
lo sforzo di tradurre un’intenzione in un
gesto.

lettere

9 agosto 2014 § Lascia un commento

Improvvisi smottamenti qua, e
telefonate nel cuore della notte.
Stanotte pensavo, se si staccasse un
pezzo di montagna, a finire nel lago che
inghiottirebbe tutte le case, le strade, il
paese, pensavo insomma, non sarebbe
male, nascere dal lago e nel lago
terminare.

dèsirèe

7 agosto 2014 § 2 commenti

non è facile diceva lei
vivere l’onda l’orda delle parole e del corpo
restituendo agli altri un’immagine compatta
e volumetrica e scolpita quanto basta
darsi alle persone e anche prenderne
mantenendo l’equilibrio e la completezza
come in un sistema di vasi comunicanti
essere umani in un complesso di
reti sociali perlopiù fittizie e scenografiche
come possiamo poi riconoscerci in una
strada ma anche volto a volto, senza altra
gente attorno, avere il coraggio di dirlo,
non è facile combaciarsi, ci sono fulmini
là fuori pronti a colpirti se ti proteggi sotto
un albero, assicurarsi alla scrittura che è
danno ed è chirurgia, esistere, avere
un colore e una forma iscrivibile in sé e
contestualmente nel mondo, quanto
bisogna nascondere o anche solo
coreografare, lavorare, far fatica, creare
la fotografia che si muova perfettamente
restando identica e attuale-
però grazie, questo volevo dire, grazie
per avermi riconosciuta e parlata, grazie
per gli squarci di luce che perforano il
cielo plumbeo e fanno sì che ancora e sempre
ne valga la pena.

catalogo per nomi e per cose

4 agosto 2014 § Lascia un commento

a Gustav Klimt

*
è una seta, è impalpabile, segna
il volume e il peso specifico dell’effimero.
(se guardi il cielo, dicono, è depressione)

*
la distruzione dei dipinti,
implacabile lutto.

*
è impressionante
la grana gessosa
della pelle.

*
Il sostegno, l’elemento
coesivo. (le mie parole,
invece, scagliate.)

*
le scogliere dipinte
nel sale, un volto
già assegnato al trapasso.

*
corpi affondati in ammassi
di fiori. la gioia è complesso
assembramento di inusitata intimità.

*
un urlo in squame.
silenzioso e adamantino.

*
concedersi alla gioia nel velo del tangibile,
ma farne poi un’aria.
anche meno di un odore.

*
ai ritratti manca il sole, il calore, il frinire
delle cicale, il senso di tempo
sabbioso e delicato sul corpo.

*
ogni elemento è risultato di un sistema
di prospettive, potendosi pertanto
ribaltare e annullare in qualsiasi momento.

*
i seni teneri e maturi
ai lati del tracciato dello sterno
come un omicidio irrisolto, un delirio mattutino.

cantiere

2 agosto 2014 § Lascia un commento

la tempesta dovrebbe spostarsi verso
nord, le condizioni migliorare, invece
resta l’allarme – feroce e irrompente –
del mare che sale, il fiume che sale, il
lago che sale anch’esso, soglie non
riparabili e mancanza di barriere, così
arretriamo verso nuclei inscindibili e
chiediamo aiuto. la tragedia ha nome
o non ne ha, la tragedia è un tessuto
che ricamiamo riccamente di pianti.

nella trasmissione dell’abbraccio
perdemmo il senso primo delle cose:
l’acqua, l’atmosfera, la terra. non noi.

Dove sono?

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