effetto di mera esposizione

28 febbraio 2022 § Lascia un commento

Penso all’acqua, al calore, al chiarore, alle serate
che si tuffano nelle tazze da tè e lasciano perdere
il conto delle ore, ai ponti e all’asfalto, penso a quanto
è da ottenere e quindi spargere, penso al sale, al sole,
penso che non ci sono anni statici ma solo statistiche
improprie, penso che la neve sia qualcosa che ci deve
accompagnare, che il venerdì sia un giorno gentile
che non chiude bensì apre, penso che stamattina
non ho concluso nulla e questa può anche andare
bene, penso all’acqua, al cammino, alla bicicletta da
sistemare, al mare al quale andare, penso che in ogni
caso, d’ora in poi, e da un po’, va tutto bene, e così sia.

effetto di mera esposizione

23 febbraio 2022 § Lascia un commento

Di notte sogno i cervi, come corpi, poi
sogno allevamenti di vacche.
I loro occhi mi tormentano.
Sono gli occhi degli animali domestici.
Allora spazzo il pavimento e lo lavo.
Scorgo il sorgere del sole in un gioco di riflessi fra vetri.
Afferro la tazzina di caffè.
Sento rumori spaventosi di macelli,
sirene, tonfi, squarci.
Il cielo aperto come un’arancia.
Indosso una gonna che non fa primavera
e soprattutto non fa rima.
Rimane il guinzaglio col quale non tengo
i giorni, i bambini affrettati, le piastrelle lucide.
Quella è mia moglie, dicono di me. Ma sbagliano:
io sono sposata con una parola che non ricordo.
Come quando di notte sogno i cervi e
il risveglio è un gesto sprecato.

effetto di mera esposizione

22 febbraio 2022 § Lascia un commento

Una volta ero la piccola fiammiferaia
vendevo fiammiferi dalla capocchia blu
che conservavo nei cassetti blu della cucina
e lasciavo che tutti nella mia cittadina
tirassero sul prezzo.
Facevo colazione coi cereali e la radio accesa,
bevevo l’acqua dai bicchieri.
Avevo un vialetto d’ingresso
dove i fiori sarebbero cresciuti molto bene,
ma non mi andava di piantarne.
Talvolta guidavo un piccolo autobus.
Avevo un fidanzato molto carino.
Tutte le mattine mi preparava i cereali nella ciotola.
Poi ho venduto il fidanzato, il vialetto e il piccolo autobus.
Non vendo più i fiammiferi, preferisco guardare i tramonti.

musica da un’altra stanza

19 febbraio 2022 § Lascia un commento

“Vedi, Doan, sono una persona
che trova un amore e lo occupa
perlopiù illegalmente
e senza un tempo che sia mai determinato
coi miei passaporti irregolari
straripanti dai cassetti
non sarò mai la straniera
quanto la stanziale priva di stanze
se non quelle nelle quali sono invitata.”
 
Lui la chiama moglie perfetta, rimane in ascolto
le accarezza la vita come se fosse l’altro significato
anche quando c’è una risata estesa che la scuote
qualcosa che risale dalle tasche
pigiata nel ballo, clandestina,
lui insiste nel chiamarla moglie perfetta
nel buio che avanza rigurgitando albe
e vorrebbe portare doni ai cartomanti
per farsela destinare sua e legittima
le cuoce una torta leggera
lei ricambia facendogli una dozzina di figli
piccoli come unghie e durevoli assai.
 
La mattina le tende sono aperte alla luce.
Lei va, porta via i figli, gli lascia un paio di calzini.

chomolungma

13 febbraio 2022 § Lascia un commento

È a febbraio che noti l’olio rancido
prestando il fianco al sapore salino
dell’amare, quando tutta la materia cerebrale si arresta e tu
svicolata dalle vie cittadine
ti svesti di un vestito vecchio
che non avresti dovuto mai
mangiare.

chomolungma

10 febbraio 2022 § Lascia un commento

La primavera numera i cinghiali
illumina i concepimenti, li inoltra
in un bosco fitto di ombre.
Non c’è seta perché non scalda
alberga in questa mano una spezia educata
che genera amori
per poi emanciparli.

musica da un’altra stanza

9 febbraio 2022 § Lascia un commento

La lezione degli anni ottanta, gli dice,
la lezione degli anni ottanta
è un trito finissimo di leziosità
e voci incredibili che vi si inserivano
talvolta inservibili, più spesso asservite
un compendio di usi e soprusi
e sto parlando di musica, continua,
questo è ovvio, ma ora mi riallaccio
a questi giorni perduti fra il freddo e il fuoco
fra il sole e le tasche, dove noi ci installiamo
in un qualche punto del percorso del giorno
così, inservibili e asserviti,
finché fra le nostre private mura, corpi vivi
e senzienti, finché fra quelle mura di cui sopra
non deponiamo le lezioni
andiamo verso un oceano
che ancora straripa di stormi.

chomolungma

7 febbraio 2022 § Lascia un commento

Se questa sia archeologia,
e se sia sommaria.
Ma i corpi non subito distinguono
potano le siepi di alloro come da istruzioni
e ne sentono la fragranza
perché così dev’essere.
La necessità arriva dopo,
dopo arriva la scelta.
Nel momento in cui
ci si aggrappa al capo e si trattiene,
lasciando andare,
tutta la filmografia che ha arruffato il pube
e i fitti nastri incisi dalla convinzione
che le cose debbano essere per esistere.
 
Bastano un fuoco, una bufera, e la dispersione del suono.

musica da un’altra stanza

6 febbraio 2022 § Lascia un commento

Il basilico, per esempio, è intoccato da mesi.
Profuma quando sfiorato.
La forza, le prescrizioni assimilate e quindi escluse.
Nel basilico che cresce intoccato
prendendo direzioni sfrontate e solitarie.
Sta diventando una camelia
una bestia felice
non c’è nulla di intensivo nel nostro avanzare
ci guardiamo (mentre la luce alla finestra)
in direzioni differenti
sfrontate e solitarie
senza proclami.
Stiamo diventando camelie
bestie felici.

musica da un’altra stanza

1 febbraio 2022 § Lascia un commento

Lui è al cinema,
Solo lui è al cinema.
La sala vuota, sola, una buia raccolta distesa
di poltroncine
disseminate con ordine e dedizione.
Il riscaldamento è inadeguato, è gennaio,
l’Everest si scala in estate o in inverno?
È irrilevante, stiamo parlando di un uomo e un cinema.
Lui è al cinema da solo, nessun altro nella sala.
Non vi dirò che film danno.
Nemmeno lui ve lo dirà.
In realtà:
è una cosa che non vi riguarda minimamente.
Del perché un uomo si debba trovare da solo
in una sala cinematografica
dove si proietta un lungometraggio
o non si proietta alcunché.
In fondo deve essere magnifico,
e lo è,
andare al cinema da soli.
Senza che diventi una questione da prima pagina.
Comunque, era un film bellissimo.
Da non divulgare.

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