fenomeni di collisione
8 febbraio 2016 § Lascia un commento
la città usci squarciando il nervo
col rumore della cartapesta, come
il vicolo fra il dentro e il fuori, frutti
non dimenticabili e tutti i palazzi
divorziati che leggevo come aruspici.
nel bianco e nell’acqua avevo riposato
attendendo una cattedrale, o la
bottega dell’orologiaio: entrata
piano in un’immagine di sole mi
investì valencia, ritornatami nel
petto come un malanno rifratto,
con lo schiaffo di qualcosa che
osavo non apprendere.
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