(mio padre non ha mai detto che le vie del signore sono infinite, ciononostante le ha percorse)

24 dicembre 2013 § Lascia un commento

L’impianto rivela molto di più degli eventi successivi.

Quando iniziai a giocare andò bene
solo dimenticai presto che stavo giocando.
Cercando di convicermi che Dio vegliasse su di me;
quale cazzo di dio, mi chiedo.
Un attacco di fede era impensabile.
Indispensabile sarebbe stato non dimenticare che
la mia religione, per proprietà ormai note
non escludeva possibilità alcuna.

Così mi ritrovai a vagare per il deserto, solo,
con una bisaccia per l’acqua
un giorno mezza piena e un giorno mezza vuota senza
mai vederla per quello che era: a metà.
Avrei scritto, potendo: la grafia dei miei passi intesseva la
sabbia di strali e fuochi ben delineati, tuttavia
mobili. L’impossibilità di designare nuovi panorami non era certo un problema,
piuttosto quello che – senza comprenderne il peso specifico – chiamiamo casa.

Non siamo in grado di tornare alle parole quali erano prima che fossero
nostre, di riportare i vocaboli al significato primo e puro, di
levare l’esperienza che ridefinisce e trasfigura.
Possiamo ingurgitare ogni liquido e dimenticare che
solo l’acqua è necessaria. L’acqua. Ora
dovrei lavorare. Dimenticare il fattore dipendenza
e svolgere un lavoro d’uomo.
(scrivere una poesia
dopo moltissimo tempo)

(Poesie a Dio, da In assenza di cifrari, Lietocolle 2012)

(lettura di Rosario Campanile)

Lascia un commento

Che cos'è?

Stai leggendo (mio padre non ha mai detto che le vie del signore sono infinite, ciononostante le ha percorse) su greta rosso.

Meta