racconti in forma di cinque righe
24 febbraio 2008 § 2 commenti
(ovvero: note mirabili sulle abitudini serali di greta)
va così: poso il libro
bevo un sorso d’acqua
poi
se non succede nulla
addirittura spengo la luce e dormo.
dimore precarie (racconto in forma di cinque foto)
16 febbraio 2008 § Lascia un commento
una lunga camicia da notte a fiori.
una corda.
le venature delle mani.
nessuno saprebbe stabilire quando ho iniziato.
nessuno potrebbe stabilire se mai ho finito.

ora dovresti portarmi un libro.
poi un altro.
poi ancora uno.
portare libri ininterrottamente.
fino a murarmi fra due pagine ugualmente usurate.

e io troppo a lungo ho pensato.
sottratto tempo al tempo degli oggetti
il letto mi è andato in frantumi sotto al sogno più lungo.

ma io non mi amo.
io mi arrangio con quello che posso.
nel gas denso delle 8 di mattina scaldo il latte.
preparo una colazione che puntualmente dimentico di consumare.
poi succede questa cosa.
una mattina mi dimentico di preparare la colazione.
quando me ne accorgo è troppo tardi.
dove ho sbagliato, qualcuno me lo sa dire?

lui risponde non posso farci niente.
gli dice bravo continua pure per la tua strada tanto non importa dove andremo a parare.
lui risponde vedi che urlo come un cane e sono condannato per tutta la vita.
gli dice smettiamola almeno di lavarci se le cose stanno così.
ecco lui risponde.
racconti in forma di cinque righe
7 febbraio 2008 § 1 Commento
L’apprendista catalogatrice
s’imprime sui volumi che sfoglia,
eppure non vediamo tracce né segni.
Un gatto fissa il proprio odore strofinando il muso.
Lei sui libri striscia a lungo lo sguardo.
racconti in forma di cinque righe (XXIII e XXIV)
5 febbraio 2008 § 1 Commento
Criteri assoluti per i quali non ci sia possibile o
esprimere altri concetti
dirci ancora anzi sempre
o che siamo dove sempre
e che siamo dove ancora
____________________________________
Dove poi intende che
quelle come lei stanno zitte, ma
quando pensano
pensano così forte
che il cielo s’incrina.
senza progetto.11
4 febbraio 2008 § Lascia un commento
le mani – prontamente recuperate
da una qualche stanchezza- descrivono
tratti di raccordo sulla circonferenza di un pomeriggio
ricavano parole dalle scie del respiro
(mentre ci atteggiamo a corpi sul divano
e con accurata casualità
ci cerchiamo le gambe)